Proteine animali e nutrizione-clinica coerente con la terapia
Le proteine animali hanno un impatto, non sempre favorevole salute e devono essere valutate considerando il PRAL ovvero la loro capacità di acidificare. Sono considerate erroneamente la parte nobile della nutrizione-clinica, ma sopratutto le carni pur fornendo aminoacidi possono essere associate a rischi. Tra le proteine animali bisogna elencare: carni rosse, carni bianche, latticini, pesce, affettati e uova. Questi alimenti sono costituiti appunto da aminoacidi alcuni dei quali possono essere sintetizzati dall’organismo umano mentre altri, gli aminoacidi essenziali, devono necessariamente essere introdotti con la nutrizione-clinica. Le proteine contenute nei cibi animali contengono tutti questi aminoacidi nelle giuste proporzioni, mentre è necessario assumere diversi cibi vegetali per ottenere le giuste proporzioni di questi aminoacidi. Tuttavia, non bisogna credere che assumere quotidianamente proteine animali sia necessario o utile. Al contrario una nutrizione-clinica con un carico eccessivo di proteine animali sembra favorire molte malattie croniche degenerative.
I valori indicati per le proteine animali in nutrizione-clinica sono convenzionalmente trascritti nella formula:
CARNE ROSSA: 160 \ 0 \ +10
CARNE BIANCA: 160 \ 0 \ +10,5
AFFETTATI: 100 \ 2 \ +8,6
PESCE: 200 \ 0 \ +7,8
UOVA: 1OO \ 0 \ +8,2
PARMIGGIANO: 150 \ 0 \ +23
MOZZARELLA: 150 \ 0 \ +16,9
YOGURT: 125 \ 10 \ +1,4
RICOTTA: 150 \ 0 \ +6,5 (dati estratti da Portale Dinu.it)
Generalmente un ampio impiego di proteine animali non è consigliabile per la loro relazione con molte malattie. L’assunzione di proteine animali dunque di una fonte proteica a Pral positivo richiede un’associazione compensativa nella nutrizione-clinica di molti alimenti caratterizzati da un PRAL negativo. L’elaborazione per il singolo caso di una nutrizione-clinica coerente con inclusione di proteine animali deve essere riservata a personale medico dopo valutazione bioimpedenziometrica della composizione corporea del soggetto esaminato e delle sue condizioni cliniche. Una volta stabilita la nutrizione-clinica personale non è opportuno usare questa tabella per stabilire varianti. Senza un’elaborazione strumentale dei dati e soprattutto senza considerare altre variabili della nutrizione-clinica, le approssimazioni “ fai da te” possono stravolgere gli obiettivisalute. La tabella è indicativa delle variabili carico glicemico e pral esaminate in nutrizione-clinica e serve per promuovere la conoscenza dei parametri utilizzati.
La nutrizione-clinica coerente è uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello