Rusco da associare ad una nutrizione-clinica coerente
L’ impiego di fitoterapia in una nutrizione-clinica coerente con la terapia e in particolare del rusco è utile per contenere la necessità di farmaci. Quando si ottiene un risultato clinico senza sommistrazione di farmaci, si ricava anche un beneficio nell’ analisi della composizione corporea. Si evidenzia pertanto un rilevante vantaggio dall’ uso di fitoterapia in associazione alla nutrizione-clinica . Il rusco usato in fitoterapia appartiene alla famiglia delle liliaceae è conosciuta con il nome popolare di pungitopo. Il rusco etimologicamente deriva dal termine Ruscum o Ruscus dal latino con il quale veniva appunto indicato il pungitopo o i rovi.
Il rusco è conosciuto e indicato da Virgilio nel I sec. , da Plinio il Vecchio nel I sec. d.C. L’eventuale discendenza del termine rusco in fitoterapia potrebbe derivare da rusticus (“delle campagne”) e questo perché la gente di campagna (in latino rustici) utilizzava le fronde pungenti di R. aculeatus per proteggere le vivande dai topi. Il rusco veniva usato a tal scopo e da questo medesimo uso deriva il nome volgare pungitopo. Il rusco o pungitopo simboleggia l'”indipendenza”, forse per la difficoltà a raccogliere i rami di queste piante molto pungenti. In molti paesi d’Europa è uso tradizionale, a capodanno, decorare la casa con rami di pungitopo, considerato un portafortuna. Il rusco è denominato in fitoterapia come Aculeatus con significato “che porta aculei” e si riferisce alla pungente spinescenza apicale dei cladodi. Un altro uso tradizionale consisteva nel legare a due corde dei grossi mazzi della pianta, e farli scorrere nella canna fumaria dei camini per toglierne la fuliggine. Il rusco o Ruscus aculeatus è presente, allo stato spontaneo, in tutta l’Europa mediterranea. Diffuso su tutto il territorio italiano.
Il rusco usato in fitoterapia è’ un piccolo cespuglio sempreverde, alto da 10-15 cm fin oltre 1 m, con fusticini legnosetti rigidi, subcilindrici, eretti o sub-eretti, verdi, glabri, strettamente scanalati in lunghezza; ramificazione con soli rami principali simili ai fusti e rami secondari modificati detti cladodi simili a foglie, rigidi, lanceolati, lunghi 1-4 cm, verdi, glabri, con apice acuto e spinoso. Le foglie del rusco sono sessili, minute, ridotte a brattee scariose, bianco-brunastre; non sono sempre presenti. I fiori del rusco usato in fitoterapia sono generalmente singoli, biancastri, minuti e inseriti entro la metà basale del nervo mediano. Fiorisce da febbraio a maggio. Il frutto è una bacca globosa rossa, liscia, lucida, con diametro di un cm circa, contenente 1-4 semi. I principali componenti attivi del rusco usato in fitoterapia sono saponine steroidee, i fitosteroli (ruscogenina, ruscina, neuruscogenina), flavonoidi, triterpeni, polifenoli, steroli, tannini, acidi glicolici, sali minerali (potassio e calcio).
Le proprietà del rusco per il quale è apprezzato in fitoterapia sono legate principalmente ai fitosteroli che conferiscono al pungitopo proprietà diuretiche con l’eliminazione dei cloruri, sedativo ed antinfiammatorio delle vie urinarie. In fitoterapia il rusco è impiegato anche per i calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari. I polifenoli contenuti nel rusco, sono efficaci agenti antinfiammatori, diuretici e in grado di ridurre la permeabilità vascolare, a sostegno dell’utilizzo in fitoterapia di questa pianta in pazienti con insufficienza venosa cronica. Il rusco contiene anche ruscogenina, inoltre, ha manifestato una notevole attività anti-elastase, ossia contrasta l’enzima che degrada l’elastina. Il rusco è utile in fitoterapia per le vene varicose grazie ad un’azione vasocostrittore esercitata soprattutto a livello dei capillari. Il rusco ha un’azione antinfiammatoria che agisce diminuendo la fragilità capillare, aumentando il tono della parete venosa favorendo quindi la circolazione del sangue che si traduce in diminuzione della pesantezza e del gonfiore delle gambe. Altra applicazione del rusco è la cura in fitoterapia delle emorroidi, delle flebiti, dei geloni e per il sostegno alla circolazione retinica.
Il rusco è impiegato anche in fitocosmetica nella formulazione di creme per pelli sensibili che si arrossano facilmente e con couperose e creme protettive verso gli agenti esterni, quali freddo, sole e vento. Nella vecchia farmacopea, al rusco sono attribuite proprietà diaforetiche ed è inserito nella composizione delle cinque radici insieme al finocchio, all’asparago, al prezzemolo e al sedano. Il rusco trova anche un impiego alimentare, infatti, i suoi germogli squamosi è usati per insalate, minestre e frittate, mentre i semi, tostati erano impiegati come succedaneo del caffè.
La nutrizione-clinica e la prescrizione di fitoterapia esigono competenza congiunta in entrambi i campi ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Le interazione della fitoterapia con la nutrizione-clinica è vantaggiosa per il paziente, ma richiede una precisa valutazione. L’automedicazione è pertanto poco raccomandabile. Tutte le valutazioni sono da rapportare all’ analisi di composizione corporea, necessaria per stabilire con precisione nel singolo paziente, la nutrizione-clinica corretta e la somministrazione di fitoterapia. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici patiti dal paziente sono oggetto di indagini perchè la composizione corporea esprime interazioni precise anche a livello emozionale e mentale.
La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello