Finocchio in un nutrizione-clinica coerente con la terapia
L’ impiego di fitoterapia e in particolare del finocchio in una nutrizione-clinica coerente con la salute è utile per contenere la necessità di farmaci. Quando si ottiene un risultato clinico senza sommistrazione di farmaci, si ricava anche un beneficio nell’ analisi della composizione corporea. Si evidenzia pertanto un rilevante vantaggio dall’ uso di fitoterapia in associazione alla nutrizione-clinica . Il finocchio è una pianta biennale o perenne, eretta, può essere alta fino a 2 metri. Appartiene alla famiglia delle Umbelliferae o Apiaceae. Il finocchio possiede foglie multifide a segmenti filiformi, dando l’impressione di piume. Il picciolo fogliare si avvolge attorno al fusto principale. I fiori sono piccoli, gialli e raccolti in tipiche ombrelle composte con raggi di lunghezza irregolare. Il finocchio origina della regione del Mediterraneo ed è ampiamente coltivata. Esistono due varietà denominate anche nelle Farmacopee: il finocchio amaro e il finocchio dolce. Quella maggiormente utilizzata a scopo medicinale è il finocchio dolce (Foeniculum vulgare subsp. vulgare var. dulce). Le due varietà sono coltivate in gran parte del mondo e ottenute con processi di selezione già da secoli dal finocchio selvatico spontaneo.
La droga è costituita dai frutti (acheni), di lunghezza massima 12 mm e 4 mm di larghezza; di colore verde-giallognolo, quelli del finocchio dolce risultano di tonalità più chiara rispetto a quelli del finocchio amaro. La droga contiene oli essenziali tra cui trans-anetolo, fencone, estragolo ed in minore quantità alfa pinene e limonene, mentre tipico del finocchi amaro è il cis-ocimene. La composizione dell’olio essenziale dipende dalla provenienza della pianta e dal grado di maturazione dei frutti. Il finocchio contiene inoltre olio grasso con acido petroselinico, proteine, flavonoidi ( glicosidi) e acidi organici.
Il finocchio è indicato come espettorante secretomotorio, secretolitico e antisettico del tratto respiratorio respiratorio, come spasmolitico e carminativo nei disturbi digestivi, viene spesso inserito nella composizione di preparati lassativi proprio per contrastare i crampi causati dal loro impiego; molto efficace nell’attenuare meteorismo e flautulenza, utilizzato soprattutto in pediatria nella cura delle coliche gassose ma con precauzione. Si sconsiglia infatti nel neonato e nei bambini piccoli l’impiego dell’essenza pura per il rischio di episodi di laringospasmo, dispnea e stati di agitazione riportati in letteratura. Alle dosi ed usi consigliati però il finocchio resta una pianta ben tollerata e molto efficace. Nella medicina popolare, il finocchio viene impiegato come galattogogo dalle madri che allattano al seno. Il decotto viene pure impiegato ad uso esterno per impacchi oculari contro l’affaticamento e i disturbi oculari.
Il finocchio è largamente diffuso nell’impiego di decotti e tisane. La qualità carminativa è attribuita a diverse piante officinali utili per varie affezioni digestive. Questo termine ha origine antica, probabilmente risalente all’epoca medievale nella quale possedeva l’accezione di “purgare”, nel senso di eliminare le “ventosità”. Oggi con questo termine si fa riferimento a quelle piante e a quei rimedi in grado di eliminare il gonfiore addominale e ridurre le sensazioni dolorose o di pienezza che spesso si accompagnano alla presenza di gas nel tratto digerente. Tra le altre piante aventi questa proprietà si evidenziano Carvi (Carum carvi), Cumino (Cuminum cyminum), Coriandolo (Coriandrum sativum), Anice verde (Pimpinella anisum), Cardamomo (Elettaria cardamomum), Menta piperita (Mentha piperita), Zenzero (Zingiber officinale) e Camomilla (Matricaria chamomilla). Al finocchio si attribuiscono anche proprietà di stimolo sulla diuresi.
La nutrizione-clinica e la prescrizione di fitoterapia esigono competenza congiunta in entrambi i campi ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Le interazione della fitoterapia con la nutrizione-clinica è vantaggiosa per il paziente, ma richiede una precisa valutazione. L’automedicazione è pertanto poco raccomandabile. Tutte le valutazioni sono da rapportare all’ analisi di composizione corporea, necessaria per stabilire con precisione nel singolo paziente, la nutrizione-clinica corretta e la somministrazione di fitoterapia. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici patiti dal paziente sono oggetto di indagini perchè la composizione corporea esprime interazioni precise anche a livello emozionale e mentale.
La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello