Echinacea in una nutrizione-clinica coerente con la terapia
L’ impiego di fitoterapia e in particolare dell’ echinacea in una nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia è utile per contenere la necessità di farmaci. Quando si ottiene un risultato clinico senza sommistrazione di farmaci, si ricava anche un beneficio nell’ analisi della composizione corporea. Si evidenzia pertanto un rilevante vantaggio dall’ uso di fitoterapia in associazione alla nutrizione-clinica . L’ echinacea è un erbacea perenne, ramificata con foglie a margine intero lanceolate e pubescenti. Il sottile stelo fiorale può essere alto fino a 60 cm e porta un singolo capolino con petali lunghi ricadenti (fiori ligulati) bianchi, rosa o porpora. I granuli pollinici sono abbastanza grandi e di colore giallo. L’ echinacea appartiene alla famiglia delle Asteraceae o compositae. La droga è rappresentata dalle radici. Sul mercato esistono diverse specie di echinacea con alcune differenze relative alla composizione dei principi attivi ma impiegate in fitoterapia circa allo stesso scopo.
L’ echinacea svolge un’attività immunomodulante, in altre parole sostiene l’attività del sistema immunitario ed inoltre ha proprietà antinfiammatorie. L’ echinacea è impiegata come coadiuvante e nella prevenzione delle infezioni ricorrenti del tratto respiratorio superiore e comunque di largo uso nella cura e prevenzione delle malattie invernali. La sua attività di supporto al sistema immunitario è determinata dall’attività della pianta sull’aumento della fagocitosi dei macrofagi e linfociti. L’ echinacea può essere utilizzata come preventivo, ma anche al bisogno, in associazione con altre piante o sostanze naturali più specifiche: ad esempio la propoli nel mal di gola, eucalipto, pino, grindelia, timo quando sono interessate le cavità nasali, o le prime vie aeree.
L’ echinacea è una pianta adattogena che permette di migliorare la resistenza dell’organismo agli attacchi esterni stimolando il sistema immunitario. È un tipo di pianta che trova impiego in fitoterapia e può essere utilizzata localmente o per via orale oppure sotto forma di tisane o decotti. L’echinacea trova anche impiego locale nella cicatrizzazione delle ferite e ulcerazioni essendo in grado di accelerare la capacità di rigenerazione tissutale e diminuendo il rischio d’infezioni. l’ echinacea svolge anche una buona azione antivirale e trova impiego oltre a contrastare le malattie da raffreddamento anche nelle recidive di herpes labiale.
Le specie di echinacea erano utilizzate dai nativi americani come depuratrici del sangue e come cura per numerose malattie (infezioni, ferite, eczemi, reumatismi, sifilide, emorroidi) o come antidolorifico generico. Gli indiani masticavano la radice che è impiegata anche nelle gengiviti e mal di gola. All’inizio del Novecento si usava questa pianta per trattare il morso della vipera e alcune malattie infettive quali il tifo e la difterite.
L’ echinacea angustifolia ed echinacea pallida sono si differenziano per l’assenza nella pallida di alchilammidi, mentre l’echinolone non sembra essere presente in echinacea angustifolia. Sul mercato è presente anche l’ echinacea purpurea ma nella sua composizione è assente l’echinacoside e s’impiegano di questa pianta anche le parti aeree. In passato si faceva molta confusione nel riconoscimento e distinzione soprattutto fra angustifolia e pallida. Oggi le moderne metodiche di analisi consentono una corretta distinzione tra le specie.
Tutte le specie di questa pianta medicinale hanno analoghi utilizzi. L’Echinacea contiene derivati dell’acido caffeico (echinacoside, acido cicorico, acido clorogenico), olio essenziale, composti poliacetilenici e polisaccaridi. Sconsigliata alle persone sensibili alle piante della famiglia delle compositae. Inoltre l’echinacea può interagire con altre terapie del sistema immunitario. Talvolta, per le sue proprietà, l’echinacea induce un aumento della temperatura.
La nutrizione-clinica e la prescrizione di fitoterapia esigono competenza congiunta in entrambi i campi ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Le interazione della fitoterapia con la nutrizione-clinica è vantaggiosa per il paziente, ma richiede una precisa valutazione. L’automedicazione è pertanto poco raccomandabile. Tutte le valutazioni sono da rapportare all’ analisi di composizione corporea, necessaria per stabilire con precisione nel singolo paziente, la nutrizione-clinica corretta e la somministrazione di fitoterapia. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici patiti dal paziente sono oggetto di indagini perchè la composizione corporea esprime interazioni precise anche a livello emozionale e mentale.
La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello