Centella in una nutrizione-clinica coerente con la terapia
L’ impiego di fitoterapia e in particolare della centella durante una nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia è utile per contenere la necessità di farmaci chimici. La centella asiatica o hydrocotyle asiatica è una piccola erba strisciante della famiglia delle ombrellifere che predilige il suolo paludoso. La centella è denominata anche erba delle tigri, poiché si racconta che i felini feriti fossero soliti rotolarsi sulla pianta per favorire la guarigione delle ferite. Importante è l’uso tradizionale nella medicina ayurvedica, dove è suggerita nel trattamento delle malattie della pelle, dell’ulcera dovuta a stress e come tonico-nervino utile per supportare la memoria e funzioni cognitive. La centella possiede foglie dal lungo picciolo disposte in rosette da quattro o cinque foglie lungo un gambo strisciante, e si propaga grazie alle sue radici avventizie. I fiori, di un verde con sfumature rossastre, appaiono nelle ascelle delle foglie.
In fitoterapia della centella sono impiegate le parti aeree che contengono derivati triterpenici (asiaticoside e madecassoside) e due acidi triterpenici (acido asiatico e acido madecassico). Oggi l’applicazione principale della centella tuttavia è ancora quella in ambito circolatorio e della funzionalità del tessuto connettivo. La centella vanta un’azione trofodermica, protegge i capillari e combatte il gonfiore alle gambe (antiedemigena), mantiene il tono e l’elasticità della parete vasale (flebotonica) e migliora il processo di riepitelizzazione. L’attività trofodermica consiste nella capacità della centella di intervenire sul recupero, entro certi limiti, della funzionalità del tessuto connettivo agendo sia sul microcircolo sia su altri componenti del tessuto stesso. La centella trova dunque impiego per gambe pesanti, cattiva circolazione venosa, cellulite e come tonico cerebrale.
La nutrizione-clinica e la prescrizione di fitoterapia esigono competenza congiunta in entrambi i campi ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Le interazione della fitoterapia con la nutrizione-clinica è vantaggiosa per il paziente, ma richiede una precisa valutazione. L’automedicazione è pertanto poco raccomandabile. Tutte le valutazioni sono da rapportare all’ analisi di composizione corporea, necessaria per stabilire con precisione nel singolo paziente, la nutrizione-clinica corretta e la somministrazione di fitoterapia. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici patiti dal paziente sono oggetto di indagini perchè la composizione corporea esprime interazioni precise anche a livello emozionale e mentale.
La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello