Ronzio e nutrizione-clinica coerente con il trattamento
Nel ronzio è utile una nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia per evitare i comportamenti alimentari che favoriscano le sottostanti lesioni degenerative e aumentare i cibi a PRAL negativo. Il ronzio è un disturbo costituito da rumori in uno o entrambi gli orecchi. Questi rumori possono assomigliare a fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi o pulsazioni. Il ronzio origina all’interno dell’apparato uditivo, ma inizialmente può essere erroneamente confuo con suoni provenienti dall’ambiente esterno. Sebbene il ronzio non sia una patologia pericolosa, non di meno comporta un notevole disturbo per i pazienti e una riduzione significativa della qualità di vita. Se il ronzio non regredisce entro i primi mesi dalla loro insorgenza, tende a persistere negli anni successivi, divenendo cronico a tutti gli effetti.
Questa malattia tende a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo i campi emozionali del malato, la sua vita di relazione, il sonno, la capacità di lavoro e le facoltà cognitive. Il ronzio può essere in relazione alle seguenti cause o concause:
- problemi vascolari
- ipertensione
- somministrazione di farmaci
- trauma acustico
- disordini dentali
- lesioni della cervicale
- alterazioni posturali
- lesioni del nervo acustico
- lesioni delle cellule sensoriali della chiocciola
- danno dell’apparato uditivo
- stress emozionale
Una diagnosi precisa sull’origine del ronzio, nonostante le tante possibilità indicate non è sempre ben determinabile e una probabile genesi multifattoriale apre alla possibilità di trattamento multidisciplinare, nella quale inglobare anche la nutrizione-clinica. Spesso si osserva che nel paziente con ronzio nessuna delle cause è determinante, ma solo la loro sommazione permette al disturbo di apparire. La condizione invece per la quale il ronzio derivi esclusivamente da un danno permanente a carico delle cellule ciliate cocleari, da un danno permanente a carico del nervo acustico o delle vie nervose centrali determina maggiori difficoltà di cura poiché le cellule danneggiate non possono facilmente rigenerarsi.
La cura convenzionale del ronzio si confronta con limiti e difficoltà. Le principali risorse per la cura dei sintomi sono rappresentate dalle tecniche riabilitative, da trattamenti farmacologici mediante neurofarmaci oppure mediante farmaci mirano alla risoluzione dell’idrope cocleare. La nutrizione-clinica integra il trattamento del ronzio tramite un regime alimentare favorevole al benessere generale del paziente, utile in relazione alla complessa multifattorialità della malattia. La nutrizione-clinica inoltre per limitare il danno prodotto dall’infiammazione favorisce strategie alimentari atte ad abbassarla progressivamente. In tale contesto è necessario anche contrastare l’ invecchiamento cellulare con una sequenza alimentare a PRAL negativo. Anche la valutazione dei carichi glicemici rispetto al fabbisogno orario è utile per le retroazioni ormonali implicate. Le abitudini alimentari e il loro ordine nel tempo interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e nutrizione-clinica inadeguata comportano, infatti, una disregolazione anche del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Il cortisolo dovrebbe esprimere la sua acrofase circadiana intorno alle nove del mattino e la sua batifase circadiana a mezzanotte. Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e sopratutto in seguito a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Questa condizione è caratterizzata da perdita d’equilibrio tra gli ormoni CRH, ACTH e cortisolo.
Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali riguardano direttamente la risposta infiammatoria e immunitaria. Nel recupero dei corretti feed back regolativi è utile la nutrizione-clinica per la quale ogni alimento è correlato anche a un orario valido per la sua corretta assunzione. Un ulteriore parametro utile nel trattamento è la valutazione dell’idratazione e del corretto turn over idrico. Il paziente applica in terapia una sequenza nutrizionale, corretta da rapporti glicemici commisurati all’orario, bilanciata nel PRAL e adeguata nel ricambio di acqua.
La nutrizione-clinica e le cause del ronzio sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. La nutrizione-clinica può interferire favorevolmente su tali rapporti contribuendo a migliore gestione della malattia. La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello