Diabete tipo 2 e nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia
Nel diabete tipo 2 è utile la nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia per valutare il carico glicemico nelle 24 ore e per aumentare i cibi a PRAL negativo. Il diabete mellito è denominato tale per la qualità delle urine che contengono grandi quantità di zucchero e sono dunque “dolci”. Si distingue malattia primaria da una secondaria ovvero che deriva di un’altra malattia non diabetica. Il diabete primario si distingue invece in un tipo 1 a patogenesi autoimmune e un tipo 2 alimentare e familiare. Il diabete mellito di tipo 2 è un disordine metabolico caratterizzato dall’alta concentrazione del glucosio nel sangue e da insulinoresistenza. Si riscontra nel diabete tipo 2 anche una familiarità e dunque si presuppone una predisposizione genetica. Determina però questa malattia l’azione svolta dai glucocorticoidi, soprattutto dal cortisolo, che inibiscono l’azione dell’insulina e rendono le cellule poco permeabili al glucosio. Tra i fattori che favoriscono la malattia diabetica tipo 2 sono da considerare le abitudini alimentari, l’obesità, la sedentarietà e l’età avanzata. Due condizioni provocano la malattia attraverso sia l’alterazione della secrezione d’insulina, sia la ridotta sensibilità alla stessa dei tessuti bersaglio.
Sul piano emozionale si osserva un risentito nei pazienti diabetici caratterizzato dalla necessità di resistere a un insulto reale o immaginato. Il senso dell’elevazione della glicemia è immaginato funzionale a garantire biologicamente resistenza fisica. Il risentito emotivo però non culmina spesso nella conflittolisi, rendendo la risposta biologica iperglicemica non produttiva di un comportamento corporale efficiente e conclusivo. Nel diabete tipo 2 possono essere implicati anche i campi emozionali tra i quali spesso il paziente evidenzia l’ iporiflessione o iperiflessione. L’obesità viscerale riveste un ruolo nello sviluppo della resistenza all’insulina. Il tessuto adiposo è, infatti, in grado di produrre una serie di sostanze che concorrono allo sviluppo della patologia. Il tessuto adiposo è anche sede di uno stato d’infiammazione cronica a bassa intensità, che rappresenta una fonte di mediatori chimici, che aggravano la resistenza all’insulina. Di conseguenza, i markers d’infiammazione, sono spesso elevati. La terapia convenzionale si avvale della nutrizione-clinica e della somministrazione di antidiabetici orali. Nelle forme più gravi di diabete tipo 2 si può somministrare anche l’insulina.
La nutrizione-clinica può essere impegnata quale supporto utile nel trattamento del diabete di tipo 2. Attraverso la diagnostica bioimpedenziometrica è necessario verificare i reali rapporti di massa nel soggetto esaminato ed eruire strumentalmente la sua sequenza nutrizionale corretta. Un’eccessiva massa grassa sopratutto se viscerale può determinare infatti diabete alimentare anche in un soggetto apparentemente magro. La massa grassa è infatti un parametro da valutare anche in percentuale soprattutto in relazione alla massa magra residua del soggetto esaminato. Inoltre un accumularsi di massa grassa , nell’ addome e attorno all’addome correla infatti con l’aggravamento del diabete di tipo 2. La nutrizione-clinica è indicata per un abbattimento selettivo o almeno prevalente della massa grassa, ottenendo una riduzione della circonferenza addome. I pazienti affetti da diabete di tipo 2 possono beneficiare tramite la nutrizione-clinica di un’alimentazione corretta secondo le retroazioni ormonali proprio in relazione alle complesse interazioni tra insulina cortisolo e GH. Rapporti corretti tra zuccheri introdotti tramite il cibo e la circadianità del cortisolo sono essenziali al trattamento. Il paziente alimentato in nutrizione-clinica con una sequenza nutrizionale, corretta da rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo e soprattutto conservante la massa magra, è contenuto nell’espressione della malattia diabetica. La nutrizione-clinica può interferire favorevolmente sul diabete tramite corretti feedback ormonali e riducendo la massa grassa sopratutto addominale, contribuendo a migliore gestione del diabete tipo 2.
La nutrizione-clinica e il diabete sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. La nutrizione-clinica può interferire favorevolmente su tali rapporti contribuendo a una migliore gestione della malattia. Il trattamento del diabete tramite nutrizione-clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere migliorare il trattamento di molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La nutrizione-clinica coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello