Ortoressia e nutrizione-clinica coerente con prevenzione e terapia
L’ ortoressia è una problematica connessa ad un modo errato di interpretare e applicare una nutrizione-clinica, mancando gli obiettivi per la quale è stata concepita. Si tratta di una compulsione al rigore nelle regole alimentari e alla qualità del cibo ingerito fino all’esclusione di ampie categorie del cibo disponibile. L’ortoressia è un disturbo alimentare, che può impegnare personalità fragili, imbrigliate in un mondo di regole spesso variopinto e in vivace contrasto tra di loro. L’ ortoressia coinvolge principalmente il sesso femminile, anche se sono in crescita anche i malati di sesso maschile. L’ ortoressia comporta una sofferenza per il malato perché vede il cibo non come un piacere, ma come un nemico. In tal senso l’ortoressia corrisponde alla sessuofobia. Anche per la sessuofobia, infatti, il piacere è il nemico. La differenza tra le due invece è che l’ortoressia è una compulsione mentre la sessuofobia una paura.
La relazione sociale del malato di ortoressia è molto compromessa, perché nel nostro sistema culturale relazione e comunione del cibo sono considerate troppo spesso sinonimi. Mangiare insieme sancisce la relazione sociale. Non mangiare insieme la impedisce. L’ortoressia rende estremamente problematica la condivisione di cibo, isolando il malato sempre più nella sua compulsione ossessiva. La relazione sociale è principalmente turbata con il partner del malato di ortoressia, la cui sofferenza arriva fino alla chiusura della relazione. La rigidità dello stile di vita nell’ortoressia parte dal cibo e tracima verso altri argomenti tutti caratterizzati dal rigore di norme rigide e inefficienti. L’ortoressia si applica principalmente alla tematica del cibo sano, ma coinvolge in misura minore anche tutte le altre. In particolare il malato di ortoressia può associare al cibo anche altri argomenti come il lavoro, il business, le competizioni, il gioco, lo studio, la politica o la squadra di calcio. L’ ortoressia si allarga dalla osservazione del cibo ingerito alla vita in tutte le sue espressione che possono divenir ossessive. La contraddizione dei rituali o delle opinioni espresse dal malato di ortoressia può scatenare reazioni colleriche e violente, denotate dalla mancanza di proporzionalità tra stimolo e risposta. Le cause dell’ortoressia sono le cause della malattia compulsiva e ossessiva riportate alla tematica del cibo. Alcuni dei seguenti fattori pur non essendo causa sono rilevanti induttori secondari:
- ritmi e la velocità della vita
- modelli di bellezza
- codici, numeri di sicurezza
- valutazione sociale
- pregiudizio sociale
- pubblicità degli alimenti industriali
- inquinamento ambientale
- inquinamento del cibo
- contraddizioni della dietologia “fai da te”
L’ ortoressia è quindi una patologia che si manifesta con evidenza nelle abitudini alimentari, ma che riguarda in realtà l’insieme della sfera personale. Le medicina non ha un protocollo di terapia per la ortodessia, neppure la diagnosi è accettata dalla comunità scientifica. La cura dell’ ortoressia richiede la terapia della parola, da valutare in tale senso anche la medicina biologica. Il conflitto biologico sottostante non è, infatti, la qualità del cibo. L’ortoressia sposta sul cibo, il reale problema del malato, poiché il cibo è ritenuto gestibile. Il processo inconscio della trasposizione dall’argomento ingestibile a quello gestibile è sottostante la malattia ortoressia.
La nutrizione-clinica è certamente un riferimento per il malato di ortoressia. Infatti la soluzione a troppe regole non è certamente l’assenza di regole. La nutrizione-clinica è un metodo di alimentazione che non adotta esclusione del cibo. Escludere il cibo da una nutrizione-clinica sono tipico degli approcci che non possiedono cultura del cibo. Il cibo ha caratteristiche biochimiche, fisiche, emozionali e circadiane precise. Queste caratteristiche richiedono considerazione e compensazione, ma non certo esclusione. La nutrizione-clinica può svolgere un ruolo nel trattamento della malattia compulsiva e ossessiva della quale ortoressia costituisce una variante particolare.
Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali per la diagnosi iniziale e sopratutto per escludere qualunque malattia organica, che possa provocare gli stessi sintomi mentali. Sul piano corporale l’ ortoressia si associa ad una stimolazione dell’asse HPA e del sistema nervoso simpatico. Questa risposta simpatica ed endocrina è caratterizzata da aumento della frequenza cardiaca, alterazione della termoregolazione e l’inibizione della secrezione d’insulina. Il rilascio a livello cerebrale di CRH nell’ipotalamo e noradrenalina nel locus coeruleus determina oltre alla stimolazione delle surrenali e all’instaurazione di un rapporto sfavorevole tra secrezione di cortisolo e DHEA, anche l’inibizione della secrezione d’insulina. Tali interazioni coinvolgono anche l’amigdala mediatrice della memoria emotiva e degli stati di compulsione ossessiva. Un’alimentazione corretta secondo le retroazioni ormonali indicate oltre a comportare un equilibrio di carichi e pertanto benessere fisico, determina anche equilibrio ormonale ed emozionale. Tale condizione corrisponde a una modulazione favorevole dello status dell’ortoressia.
Inoltre si osserva che il malato di ortoressia ha praticato per anni un regime senza senso alcuno oltre a quello di tacitare nel rituale il disagio emozionale sottostante. Il paziente malato di ortoressia evidenzia pertanto all’analisi della composizione corporea una perdita importante di massa magra, di potassio e magnesio. Il paziente di ortoressia alimentato con la nutrizione-clinica , corretta da rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo è inserito anche in un protocollo di riabilitazione fisico motoria teso alla ricostruzione della massa magra perduta. La nutrizione-clinica aiuta con tali protocolli al recupero della massa magra osservando che il malato in tal modo soffre, infatti, meno anche sul piano emozionale. I conflitti affrontati nella vita sono ovviamente sempre gli stessi, ma la capacità emotiva di gestire tali conflitti è implementata se aumenta la riserva di glicogeno e potassio implicita nella massa marea sopratutto quella legata alla muscolatura striata. L’alimentazione e compulsione ossessiva sono interconnessi da rapporti ormonali, nutrizionali e corporali. La nutrizione-clinica può ristabilire tali rapporti favorendoli tramite i feedback ormonali coerenti e un’attivazione biomeccanica allineata. Certamente il malato di ortoressia deve essere condotto alla nutrizione-clinica con attenzione. Egli tenderà a sostituire vecchie regole con nuove. Certamente le nuove migliorano le basi corporali della sofferenza emotiva aprendo la strada a un maggior equilibrio del paziente.
La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello