Freddolosita e nutrizione-clinica coerente con il trattamento
La nutrizione-clinica incide significativamente sul sintomo freddolosita tramite le corrette implicazioni metaboliche. La freddolosita o esagerata intolleranza al freddo è un disturbo vago e aspecifico frequente. Questa condizione segnala la perdita di un corretto rapporto tra le masse corporali con retroazioni ormonali tali da costituire un segnale biologico rilevante anche se non specifico. Ovviamente la valenza della freddolosita come MUS Medically Unexplained Symptoms è tale quando si tratta di una condizione ripetuta nel tempo, immotivata e non alleviata da adeguato abbigliamento. Il paziente che lamenta freddolosita come una difficoltà nell’adattamento verso temperature ambientali sub ottimali è spesso coinvolto già da tempo in una nutrizione-clinica non corretta. Sia l’infiammazione cronica sia il cortisone endogeno elevato, contribuiscono infatti al disturbo per il tramite di una ridotta attività ipofisaria e ipotalamica. Un ipotiroidismo subclinico ovvero con valori stabili al livello basso della norma coincide con disturbi della termoregolazione e freddolosita. Il paziente inizia a coprirsi maggiormente dei propri consimili usando abbigliamento maggiormente protettivo per compensare la freddolosita.
Durante questa lunga fase di adattamento al deficit di termoregolazione tramite varie strategie di climatizzazione e tecnologia nell’abbigliamento il sintomo può passare inosservato per molti anni. Solo quando le strategie indicate non sono più soddisfacenti, il paziente si rivolge al medico lamentando freddolosita eccessiva. Essendo la freddolosita un sintomo aspecifico non è generalmente associato a una diagnosi clinica corretta, purtroppo fino al momento nel quale il paziente sviluppa una patologia specifica. L’arco temporale complessivo nel quale molto può essere fatto a livello di alimentazione è dunque lunghissimo e i pazienti con freddolosita che risolvono il sintomo sono generalmente molto grati. La nutrizione-clinica ricerca l’adeguamento correttivo dei ritmi circadiani nutrizionali, dei carichi quantitativi incidendo in tal modo sul sintomo aspecifico ma molto diffuso della freddolosita.
Una delle caratteristiche fondamentali del metodo è la rilevazione strumentale dei parametri metabolici del soggetto preso in esame. Un alto livello di precisione ed efficienza nella valutazione della funzione metabolica permette di definire le condizioni di benessere ottenibili in nutrizione-clinica per il paziente. La nutrizione-clinica è basata sul calcolo del carico glicemico, i valori nutrizionali degli alimenti e la loro risposta sull’equilibrio acido base. Il calcolo del carico glicemico o GL Glicemic Load di un alimento è in grado di prevedere la risposta glicemica e quell’insulinemica dell’organismo in seguito alla sua assunzione. Questo fattore dipende dalla qualità dei carboidrati contenuti nell’alimento e in particolare dalla rapidità con cui questi possano essere digeriti. Le sequenze di cibo sono personali e si valutano tramite l’andamento della curva glicemica e il carico di acidità renale nelle ventiquattro ore in seguito all’assunzione di un alimento o di un pasto complesso.
La nutrizione-clinica oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione-clinica coerente richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione-clinica possa costituire alternativa o integrazione. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello