Sabbia biliare e nutrizione-clinica coerente con prevenzione o terapia
Nella sabbia biliare è utile la nutrizione-clinica coerente con prevenzione e terapia per evitare cibo a PRAL positivo consideranto anche il Glicemic Load. La sabbia biliare è una malattia dovuta presenza di concrezioni nella colecisti e/o nelle vie biliari. Queste concrezioni sono inizialmente una sabbia, ma col tempo e successivo processo di addensamento diventano calcoli biliari, condizione denominata appunto colecistolitiasi. La sabbia biliare può avere una composizione chimica diversa. La patologia è molto diffusa soprattutto nei paesi ad alto tenore di vita e le donne sono maggiormente esposte. Fattori di rischio ulteriori per la sabbia biliare sono il sovrappeso, l’età la sedentarietà, la stipsi e la gravidanza. La sabbia biliare può essere asintomatica per molto tempo, altre volte si manifesta invece con la colica, in altre parole dolore intenso dovuto al tentativo eroico operato dall’organismo di espellere qualcosa che non dovrebbe trovarsi dove si trova. Il dolore insorge in genere dopo un pasto e può essere associato a nausea e vomito. Quando non subentrasse colica, si possono comunque osservare difficoltà digestive, come digestione lenta e laboriosa, peso epigastrico post-prandiale, torpore, sonnolenza, eruttazioni, pirosi.
Si distinguono princiapalmente sabbia biliare di colesterolo, calcoli biliari di pigmenti o bilirubinici calcoli biliari calcici e tutte le forme miste. La bile è una soluzione acquosa, contenente elettroliti, lipidi, bilirubina, glicoproteine in equilibrio tra loro tale da assicurare il mantenimento del suo stato fisico di liquido. Qualora si vengano a creare condizioni di squilibrio e si modifica il rapporto tra solventi e soluti, si ha la formazione di una bile “spessa” nella quale precipitano concrezioni. La bile “spessa” è sia litogena ovvero predisposta alla formazione di colecistolitiasi, sia lenta per il suo deflusso. Tale rallentamento è possibile in caso di discinesia delle vie biliari o stenosi. La colecistolitiasi richiede di valutare un trattamento anche se asintomatica per le possibili complicanze più gravi oltre le coliche ovvero colecistite, pancreatite e neoplasia della colecisti.
La diagnosi di sabbia biliare è clinica, poiché i sintomi descritti sono caratteristici. Le indagini strumentali sono però necessarie per confermare la diagnosi. La più comune è l’ecografia addominale che consente di visualizzare la sabbia biliare all’interno della colecisti oppure calcoli all’ interno del coledoco. Sono altrettanto possibili diagnosi con la lastra diretta addome, la colecistografia o la tac. La sabbia biliare asintomatica non richiede solitamente un trattamento di tipo chirurgico, se non in casi selezionati. Esistono farmaci per sciogliere la sabbia biliare dovuta a concrezioni di colesterolo o la litotrissia a ultrasuoni. Se malattia diventa sintomatica e determina complicazioni allora è necessaria terapia chirurgica, che consiste nella colecistectomia, in altre parole nell’asportazione completa della colecisti e dei calcoli in essa contenuti. Tale intervento può essere realizzato per via laparoscopica. La terapia antalgica e spasmolitica è invece necessaria in fase acuta ogni qualvolta si manifesta la colica.
Essendo una patologia ad altra diffusione la sabbia biliare richiede una prevenzione. Nei casi un cui i calcoli già sono formati una terapia protesa a evitare il loro implementarsi nel tempo e le coliche. Nella genesi della sabbia biliare non può non essere implicato lo scheletro per le sue funzioni metaboliche e sull’omeostasi degli elettroliti. Il rimodellamento osseo non serve solo all’adeguamento della struttura scheletrica nei riguardi delle funzioni meccaniche, ma è altresì implicato nell’omeostasi del calcio, trovandosi nel tessuto osseo la principale riserva di calcio dell’organismo. L’equilibrio con il calcio ione libero nel plasma non è tuttavia l’aspetto prevalente da considerare, perché il tessuto osseo riveste un ruolo fondamentale nel bilanciamento del pH corporeo, costituendo di per sé un sistema tampone contro l’acidosi. La decalcificazione prodotta al fine di preservare il pH corporeo può ovviamente portare all’aumento sia della fragilità ossea, sia a ipercalcemia. Secondo la nutrizione-clinica coerente, la carenza di sistemi tampone e una nutrizione-clinica acidificante contribuiscono significativamente con gli altri fattori all’insorgenza di minerali di calcio in eccesso, non legati dal bicarbonato e da eliminare in tutti i modi. L’acidificazione e la perdita dei corretti rapporti tra gli elettroliti nella composizione corporea sono implicate per due motivi nella formazione di colecistolitiasi: la bile è più litogena per il precipitare di calcio e le vie biliari sono predisposte alla discinesia. I potenziali di azioni necessari alla propulsione della bile dipendono, infatti, da precisi rapporti tra gli elettroliti.
In nutrizione-clinica gli alimenti si distinguono tra acidificanti e basificanti a secondo della loro particolarità di indurre nel processo digestivo un eccesso di acidi o di basi. Una carenza di sistemi tampone pertanto attiva direttamente processi osteoclastici ovvero di impoverimento di massa ossea, con lo scopo di tamponare tramite tale processo una iperacidità metabolica. Tale condizione coincide con uno squilibrio degli elettroliti in particolare del calcio. La nutrizione-clinica contribuisce in modo significativo alla prevenzione di una situazione metabolica iperacida e pertanto previene la formazione di sabbia biliare e colecistolitiasi. La nutrizione-clinica prevede la misurazione strumentalmente della situazione metabolica del paziente tramite bioimpedenziometria e l’elaborazione dei dati. La sequenza nutrizionale in nutrizione-clinica prescritta al paziente con predisposizione ai calcoli biliari è corretta a PRAL (Potential Renal Acid Load) negativo. Si tratta di una sequenza nutrizionale iperalcalina, tale da bilanciare sotto monitoraggio del medico, una concausa importante della formazione di calcoli. Un controllo rigoroso del corretto turn over idrico completa il trattamento tramite nutrizione-clinica. Non di rado, infatti, i pazienti con sabbia biliare bevono un quantitativo di acqua non sufficiente. La prevenzione nutrizionale della colecistolitiasi è integrata da sistemi tampone assunti per bocca nella misura indicata dalla strumentazione. Spesso il paziente con sabbia biliare esprime il campo emozionale ipocollera. Una valutazione dei questi aspetti tramite la medicina biologica è sempre consigliabile.
Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento è utile per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini o tradizioni, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria, della acidifciazione e del carico tossine immesse dall’industria alimentare nel cibo. La nutrizione-clinica coerente è uno strumento rilevante anche nella prevenzione oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’ analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello