Tendinite di Achille e nutrizione-clinica coerente con il trattamento
Nella tendinite di Achille una nutrizione-clinica coerente con il trattamento applica strategie nella scelta del cibo idonee a contenere l’infiammazione e la acidificazione tipica di questi pazienti. La nutrizione-clinica coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere cooperare a terapia specifica favorendo o consentendo il processo di guarigione. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione-clinica coerente si associa efficacemente anche a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata, trascurata se no omessa nelle prescrizioni. La tendinite di Achille descrive una malattia del tendine che consegue generalmente un sovraccarico biomeccanico. La tendinite di Achille coinvolge i tessuti adiacenti configurando una paratendinite o peritendinite achillea. La tendinite di Achille procede poi dall’infiammazione dei tessuti immediatamente circostanti il tendine verso la degenerazione del tendine stesso culminando in micro-rotture o rottura completa. La tendinite di Achille può colpire sia giovani sportivi sia persone sedentarie di mezza età, se impegnano tale tendine oltre il limite della biomeccanica, I sintomi sono il dolore della zona interessata, il gonfiore lungo il tendine vicino al calcagno e le rigidità della caviglia. Dal punto di vista anatomico, il tendine è la parte terminale di un muscolo che s’inserisce a livello di un osso chiamato calcagno che si trova a livello del tallone. La diagnosi è generalmente clinica. Si possono impegnare l’ecografia, che non evidenzia però molto salvo un ispessimento dei tessuti molli. La radiografia può evidenziare alterazioni nella forma del calcagno. Maggiormente precisa la risonanza magnetica nucleare, per valutare l’infiammazione dei tessuti attorno al tendine e il suo eventuale grado di degenerazione interna. La tendinite di Achille può essere causata o favorite dai seguenti fattori:
– biomeccanica eccessiva
– biomeccanica errata
– calzature non rispettose della biomeccanica
– perdita di massa magra e aumento di massa grassa
– età biologica
– infiammazioni croniche
– malformazioni congenite
– errori nel portamento e postura
– malattie reumatiche
– stress emozionale
La terapia in medicina convenzionale adotta presidi fisici farmacologici e chirurgici. Il tendine di Achille non possiede una grande capacità di rigenerazione e le sue patologie guariscono lentamente. In fase acuta si può usare il ghiaccio localmente. La successiva immobilizzazione e la somministrazione di antinfiammatori procedono per tempi da valutare secondo i casi. Successivamente si somministra trattamento fisioterapico. Il trattamento con cortisonici è controindicato per il rischio di rottura del tendine. Per i casi più gravi si sottopone la persona a un intervento chirurgico. Lo scopo dell’intervento chirurgico è la rimozione del tessuto attorno al tendine di Achille cronicamente infiammato e del tessuto degenerato al suo interno.
Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento è utile per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini in vario indotte, si assiste a una alterazione poco favorevole dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano la perdita di una corretta risposta infiammatoria. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria, della acidificazione indotte dal cibo. La nutrizione-clinica coerente è uno strumento rilevante anche nella prevenzione oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando la sua iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello