Vaginismo e nutrizione-clinica coerente con il trattamento
Nel vaginismo è utile una nutrizione-clinica coerente a contenere una risposta adattativa a stress e le connesse alterazioni del sistema neurovegetativo. La nutrizione-clinica non sostituisce i trattamenti previsti, ma li integra favorendoli. Il vaginismo è una sofferenza della vita sessuale sia fisica , sia emozionale. Il vaginismo si manifesta fisicamente come una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva, dell’orifizio vaginale tale da impedire la penetrazione durante i rapporti. Questa contrazione può essere osservata talvolta anche durante l’esame ginecologico. La sofferenza connessa a livello emozionale dipende dal impossibilità di una vita sessuale serena e appagante. Il vaginismo è un riflesso e non dipende dalla coscienza e si esprime in un improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali rende in alcuni casi impossibile la penetrazione sessuale in altri casi comunque dolorosa. La dispareunia o la rinuncia alla sessualità sono spesso la conseguenza.
Il conflitto biologico sottostante è inconscio e impedisce la sessualità penetrativa con le conseguenti reazioni di ansia. Altre volte il conflitto biologico dal quale parte il vaginismo è conscio, ma la paziente ignora come risolverlo. Il tentativi di spiegazione soggettiva del vaginismo arrivano alla è convinzione irrazionale di avere una vagina troppo piccola per poter affrontare un rapporto sessuale. La maggior parte delle donne che soffrono di vaginismo presentano una intatta eccitazione sessuale e possono raggiungere l’orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride o il petting. Il vaginismo non comporta complicazioni rilevanti a livello fisico, a meno che la persona che ne soffre non stia cercando con insistenza di avere un rapporto sessuale completo, ma può causare estrema sofferenza dal punto di vista emotivo e relazionale, soprattutto se si vive una relazione di coppia incentrata sull’idea che la sessualita non possa prescindere dalla penetrazione.
Tra i diversi fattori che possono contribuire all’origine del vaginismo possono essere conflitti legati alla prima esperienza sessuale o a successi esperienze caratterizzate da una forma di interdizione o violenza. In alcuni casi tuttavia l’origine del vaginismo è genealogica e richiede un indagine complessa. Tra i fattori che possono contribuire si osserva anche la associazione infausta di colpa e la sessualità osservabile purtroppo in molti ambienti anche acculturati. Il trattamento convenzionale del vaginismo è la terapia psicologia e sessuologica. In presenza di un rapporto di coppia stabile è spesso importante il coinvolgimento del partner in alcune fasi della terapia. Meno consigliabile anche se praticata è la terapia farmacologica. Il successo del trattamento dipendo molto dalla corretta diagnosi, tesa sopratutto ad escludere sopratutto l’interferenza di malattie fisiche.
La nutrizione-clinica non sostituisce i trattamento previsti per il vaginismo, ma li integra favorendoli. In caso di vaginismo la risposta adattativa a stress consiste nella stimolazione dell’asse HPA e del sistema nervoso simpatico. Tali interazioni coinvolgono anche l’amigdala mediatrice della memoria emotiva e degli stati di paura e ansia. Una nutrizione coerente secondo le retroazioni ormonali indicate oltre a comportare un equilibrio di carichi e pertanto benessere fisico, determina anche equilibrio ormonale. Tale condizione corrisponde a una modulazione favorevole della risposta adattativa a stress e dunque anche dell’espressione sintomatologica vaginismo. Il paziente alimentato con una sequenza nutrizionale, corretta da rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo e soprattutto che non perde massa magra, soffre infatti meno di ansia. I conflitti affrontati nella vita sono ovviamente sempre gli stessi, ma la capacità emotiva di gestire tali conflitti è implementata. La nutrizione e il vaginismo sono interconnessi da rapporti ormonali precisi a volte favorevoli a volte meno. La nutrizione-clinica può ristabilire tali rapporti favorendo tramite i feedback ormonali anche uno stato di equilibrio emotivo.
La nutrizione-clinica è uno strumento all’interno di una terapia di cui costituisce parte e che non sostituisce. Prima di praticare la nutrizione-clinica è necessaria l’osservazione dei sintomi espressi, la diagnosi, gli esami clinici, la valutazione delle interazioni con altre forme di terapia , la valutazione delle cause attive delle malattie e la conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la nutrizione-clinica possa costituire alternativa o integrazione. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello